QUADRO DA STAMPA
Le due rivoluzioni che portano alla nascita della stampa
tessile moderna sono la nascita dei coloranti chimici di
sintesi e l’invenzione della stampa a quadro. La prima è opera
dell’inglese William Henry Perkin, che nel 1853 realizza, e nel
1856 brevetta, il primo colore chimico di sintesi, la mauveina,
detta anche porpora di anilina perché derivante dallo stesso
prodotto chimico, un colorante dall’intenso colore viola.
La seconda invenzione che rivoluziona la stampa tessile è
realizzata da un altro inglese, Samuel Simon, che nel 1907
brevetta il quadro da stampa. Questo nuovo strumento per la
stampa è costituito da un quadro in seta che viene cosparso da
un’emulsione ...
...’emulsione fotosensibile, poi disposto in una camera oscura
e colpito dall’immagine luminosa corrispondente al motivo da
riprodurre proiettata da un apparecchio apposito. Lo sviluppo
e il successivo bagno di lavaggio eliminano la vernice dalle
superfici non impresse dalla luce. A questo punto il quadro
viene usato per stampare il motivo su stoffa, con modalità
completamente diverse sia dal tampone che dal cilindro
in rame: il colore viene steso sul quadro e passa attraverso i
piccolissimi interstizi presenti all’incrocio dei fili della tela,
in maniera analoga ad un setaccio molto fine. Il disegno è scomposto nei suoi colori, ad ogni colore corrisponde un
quadro e sono tutti centrati l’uno rispetto all’altro. Anche
in questo caso la stampa è discontinua in quanto i quadri
stampano successivamente uno dopo l’altro e avviene per
porzioni di disegno corrispondenti alla larghezza del quadro e
su tutta l’altezza del tessuto, conferendo continuità al disegno.
Questo strumento ha permesso una migliore gestione dei
tempi, costi e prezzi e con l’invenzione nel 1921 dell’americano
E. A. Owens della prima macchina per la stampa a quadro,
la “mano macchina”, la stampa tessile diventa un processo
industrializzato, garantendone un’immensa diffusione.
L’ultima significativa invenzione di uno strumento da
stampa si ha nel 1962 con la creazione del cilindro di stampa
rotativa. Questo è uno strumento metallico, in nichel, sulla
cui superficie, formata da numerosissimi micro fortini (detti
“mesh”), tramite incisione viene riportato il disegno che poi
viene trasferito su stoffa. Il disegno è scomposto nei vari
colori, ad ogni colore corrisponde un cilindro e i cilindri sono
centrati fra loro. Il colore in questo caso viene steso in maniera
simile al quadro, con la differenza che nel cilindro il colore
passa attraverso le mesh è collocato all’interno del cilindro e
passa dall’interno all’esterno, mentre questo ruota stampando
il disegno. Questo tipo di stampa avviene in maniera continua,
data dalla rotazione continua ininterrotta del cilindro e
dalla contemporaneità della rotazione di tutti i cilindri con i
rispettivi colori.
I metodi di stampa elencati fino ad ora sono tutti ascrivibili alle
categorie di metodi di “stampa tradizionale”, in quanto oltre ad
una macchina serve uno strumento che fisicamente trasferisca
il disegno su tessuto. Alla fine del ‘900, con l’introduzione
della stampa digitale o ink-jet si introduce un nuovo tipo di
stampa dove non serve più uno strumento che trasferisca il
disegno sul tessuto ma è la macchina stessa che lo fa.
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IL COTONE -dalla piantagione al tessuto- di Massimo Moretti
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