FIBRE CHIMICHE
Le Fibre Chimiche Artificiali:
Si ottengono trattando la cellulosa naturale di piante diverse (la stessa che costituisce le fibre vegetali), opportunamente trasformata e sciolta con solventi, e successivamente filata sotto forma di fibra tessile in filo continuo oppure in fiocco (fibra discontinua).
Coprono attualmente in europa circa l'11% dei consumi dell'industria tessile.
(Modal, Acetato, Cupro, Lyocell, Viscosa ...).
Le Fibre Chimiche Sintetiche :
Fibre derivate da sostanze organiche di sintesi che vengono polimerizzate ottenendo lunghe catene molecolari (macromolecole) filabili sottoforma di filo continuo o di fiocco (fibra discontinua). Coprono attualmente in ...
...ente in europa circa il 55% dei consumi dell'industria tessile.
( Acrilica,Modacrilica,Poliammidica, Poliestere, Polipropilenica, Poliuretanica).
La filatura delle fibre chimiche, sia sintetiche che artificiali, ha inizio con la
trasformazione del polimero dallo stato solido a quello liquido-viscoso.
Questa operazione viene attuata per mezzo di fusione o soluzione.
Il polimero viene successivamente spinto, tramite una pompa, attraverso una filiera
forata.
La filiera è un disco di metallo che presenta un certo numero di fori di diametro
definito. Il polimero allo stato liquido-viscoso, passando attraverso la filiera, acquista
una dimensione determinata dal foro: tanto più i fori sono piccoli, tanto più il
polimero verrà estruso con un diametro ridotto.
Questa fase è detta estrusione o filatura.
Le più recenti tecnologie consentono di realizzare filiere con fori del diametro di pochi
millesimi di millimetro, come quelle impiegate nella realizzazione delle microfibre.
Una volta che il polimero esce dalla filiera, viene solidificato, formando tante singole
fibre (dette anche filamenti o bave).
Esistono due sistemi di filatura delle fibre chimiche.
- filatura mediante solvente, che può essere a umido o a secco.
-Filatura ad umido
Il polimero viene fatto solubilizzare in solventi che lo rendono liquido-viscoso. La
filiera si trova immersa in una vasca contenente un bagno acquoso, in modo che
l’estrusione del polimero avvenga in un ambiente umido. Le fibre vengono fatte
passare nel bagno, che le fa coagulare e le consolida.
- Filatura a secco
Il polimero viene fatto sciogliere in una soluzione contenente un solvente. Subito
dopo l’estrusione il polimero viene in contatto con un flusso di aria calda che fa
evaporare il solvente e consolida la fibra.
- filatura mediante fusione.
Il polimero viene portato allo stato liquido attraverso fusione per calore. Subito
dopo l’estrusione il polimero viene in contatto con un flusso di aria fredda che
solidifica e consolida la fibra.
Dopo la fase di filatura le varie fibre vengono raccolte assieme a formare un unico
filo.
Solitamente, subito dopo la fase di filatura, sul filo viene applicato un olio chiamato
enzimaggio, che serve a lubrificare il filo, coesionare le singole fibre, proteggerle dalla
formazione di cariche elettrostatiche.
A volte il filo viene sottoposto all’azione di un getto d’aria a pressione controllata, che
facendo sbattere le fibre contro una parete, fa sì che possano ingarbugliarsi fra loro in
alcuni punti. Questa tecnica è chiamata interlacciatura ad aria e consente di formare
un certo numero di punti di interlacciatura lungo il filo.
Il filo viene quindi raccolto, tramite una macchina denominata bobinatrice, su
supporti chiamati tubes.
Una caratteristica fondamentale dei fili da fibre chimiche è l’orientamento delle
catene molecolari all’interno delle fibre.
L’orientamento viene ottenuto tramite un’azione meccanica di stiro delle fibre.
Lo stiro viene impartito alle fibre già in fase di filatura od in una fase successiva.
Attraverso lo stiro si crea uno scorrimento delle catene molecolari, orientandole lungo
l’asse longitudinale della fibra: questa operazione aumenta la cristallinità della fibra,
modificandone le proprietà meccaniche.
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IL COTONE -dalla piantagione al tessuto- di Massimo Moretti
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